Sabato 7 dicembre, ore 17.00
Un confronto sui temi della sostenibilità con gli interventi di alcuni esperti di Phoresta:
Roberto Sinibaldi (dirigente del Parco regionale Valle del Treja), La comunicazione ambientale dei Parchi ; Silvano Falocco (economista ambientale, amministratore delegato di Ecosistemi), Debito economico e debito ecologico; Dario Capizzi (zoologo dell’Agenzia Regionale per i Parchi), Biodiversità forestale e servizi ecosistemici ; Vito Consoli (direttore dell’Agenzia Regionale per i Parchi), L’educazione ambientale e la sostenibilità dello sviluppo
Phoresta Onlus: Phoresta è un’associazione che si occupa di forestazione a livello globale, impostando progetti per la compensazione dei consumi attraverso la restituzione alla natura di ciò che il consumo di energia le toglie. Il progetto prevede un calcolo delle emissioni annuali di CO2 dello Spazio Gerra e il relativo costo di compensazione in termini di piantumazione di alberi. Sulla base di questo calcolo il visitatore è sollecitato a fornire il proprio contributo concreto per riequilibrare il consumo energetico della struttura di cui usufruisce. Your emissions need trees permission!
Digita Garden è una manifestazione a emissioni zero. Grazie alla collaborazione con Phoresta.org lo Spazio Gerra compensa le proprie emissioni di CO2 attraverso la riforestazione del parco laziale Valle del Treja.
|||||| ABSTRACT DEGLI INTERVENTI ||||||
Il Parco del Treja e l’accordo con Phoresta Onlus – un esempio di comunicazione ambientale
Roberto Sinibaldi – Parco Regionale (del Lazio) Valle del Treja
Comunicare l’ambiente, tenendosi a distanza dalle tendenze documentaristiche televisive di tipo disneyano e da quelle scientifiche dal linguaggio iperspecialistico, è tutt’altro che semplice. Considerando che nel nostro Paese si assiste quasi ad un analfabetismo di ritorno che interessa una bella fetta di italiani, il quadro in cui cimentarsi è ancora più complesso. La comunicazione, in un quadro ormai piuttosto sfilacciato dal punto di vista delle gerarchie amministrative, rappresenta uno dei pochi punti di forza sul quale un Parco può puntare, uno strumento che, se opportunamente utilizzato, crea partecipazione, consapevolezza e consenso: la materia prima per dare legittimità amministrativa a qualsiasi soggetto pubblico, ma in particolare ai parchi, spesso additati come portatori di vincoli e limitazioni, che invece – bisogna spiegare – sono i forzieri da cui attingere ricchezze irriproducibili e per questo di ancora maggior valore. Come fare? Probabilmente una comunicazione troppo analitica e razionale può apparire pesante, forse anche fastidiosa, allora forse è meglio rimodulare la prospettiva e accogliere anche il piano più emotivo, irrazionale, dell’animo umano. Spostare l’accento sui concetti di amore per la natura, piuttosto che solo di rispetto; di azione, piuttosto che di responsabilità; di cosa posso fare io, piuttosto che di che cosa si può fare; di possibilità piuttosto che di limite. Forse è meglio chiarire che non è il pianeta che deve essere salvato, ma le persone che ci stanno sopra. Messo così il problema è affidato all’intuizione irrazionale piuttosto che alla esegesi cognitiva.
Debito economico e debito ecologico
Silvano Falocco – Economista ambientale, amministratore delegato di Ecosistemi
Quale opportunità possiamo oggi cogliere dalla crisi? Per riuscire a cogliere le opportunità che la crisi genera è fondamentale comprendere la natura della crisi che ci troviamo a fronteggiare: si tratta di una crisi sistemica e generalizzata – che si presenta come crisi di natura economica, ecologica e sociale – legata ad uno sviluppo basato sul debito economico privato e sul debito ecologico. Oggi il debito, espresso sia in senso economico sia ecologico, rappresenta l’ordinario modus operandi delle economie dei paesi occidentali: un debito che, nelle sue diverse componenti, è l’unico fattore in grado di trainare la crescita. Dal globale al locale: l’esempio del bilanciamento della CO2 porta vantaggi ecologici e sostegno economico all’ambiente.
Biodiversità forestale e servizi ecosistemici
Dario Capizzi – Regione Lazio – Agenzia Regionale Parchi, Area Biodiversità e Geodiversità
L’espressione “servizi ecosistemici” ha trovato larga diffusione negli ultimi anni, a partire da quando ne fu data la prima definizione nell’ambito del Millennium Ecosystem Assessment (MA, 2005). In base a tale definizione, i servizi ecosistemi sono “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”. Nell’ambito degli ecosistemi delle zone temperate, quelli forestali presentano un elevato contenuto di biodiversità. Proprio la conservazione di tale diversità contribuisce a fare in modo che il bosco riesca a fornire i servizi ecosistemici più importanti, tra i quali annoveriamo la produzione primaria e del suolo, il ciclo dei nutrienti, la regimazione delle acque, l’effetto tampone contro le infestazioni di parassiti, e, per rimane all’oggetto di questa presentazione, la produzione di ossigeno e la fissazione di CO2. La corretta gestione delle risorse forestali permette, attraverso la conservazionedella biodiversità, l’aumento della resilienza dei boschi e con essa la loro capacità di fronteggiare cambiamenti (non ultimi quelli climatici e le alterazioni indotte dall’uomo) e di continuare a fornire i servizi ecosistemici indispensabili.
L’educazione ambientale per la sostenibilità dello sviluppo
Vito Consoli – Regione Lazio – Direttore dell’Agenzia Regionale Parchi
Non sono mai stato un appassionato della contrapposizione fra tutela e fruizione. Trovo stupide e strumentali le ragioni di chi accusa i parchi di affossare lo sviluppo turistico in nome della conservazione. Ma di solito ritengo non condivisibili anche le posizioni di chi accusa i parchi di occuparsi troppo della fruizione. Credo che tutte e due le posizioni, se portate avanti con rigidità, siano sbagliate. Sbagliate e diseducative, perché contribuiscono in egual misura a diffondere l’idea che parchi e sviluppo economico non siano compatibili. La tutela ambientale è alla base di ogni seria attività di valorizzazione territoriale. Allo stesso modo l’accoglienza turistica, se esercitata con sapienza e attenzione all’ambiente, è un magnifico strumento di tutela. Lo dico in maniera semplice, con una dichiarazione secca: ogni nuovo visitatore di un’area protette, se si innamora del territorio, della sua natura, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti è un alleato in più del parco e di tutti coloro che lavorano per tutelarlo. I parchi hanno un enorme bisogno di alleati e devono saper essere accoglienti anche allo scopo di fare innamorare i loro visitatori. Qualcuno ha detto, giustamente, che non si può tutelare quello che non si ama. Aggiungerei che è difficile tutelare ciò che non è amato da tanta gente.
Gli appuntamenti si svolgono nel Teatrino di Verzura, dove è presente ogni sabato il servizio di caffetteria a cura di Piatto Unico.