In Occasione di Cold Current Norwegian Contemporary Art, Spazio Gerra ospiterà le opere performative e di video-arte di Hilde Skveik e Hans Kristian Borchgrevink Hansen, le installazioni di Jonas Jensen, Lewis & Taggart, Linda Soh Trengereid, i quadri di Vegard Vindenes.
Hans Kristian Borchgrevink Hansen
Hans Kristian Borchgrevink Hansen è cresciuto nei boschi tra il confine norvegese e quello svedese, e sulle isole Lofoten dove ha imparato i principi dell’intaglio. Le esperienze dell’infanzia lo ha portato a realizzare film quali The Breakfast Eater e Washing, Boiling, Cutting, Wall-To-Wall Carpet, Vacuuming and Ice Fishing, entrambi basati su eventi quotidiani e rielaborati in chiave drammaturgica.
I film di Hans Kristian Borchgrevink Hansen sono realizzati attraverso una tecnica primitiva: su un tavolo di animazione fatto a mano, all’interno di una minuscola stanza con grandi lampade calde, l’animatore, accaldato e in un bagno di sudore, è seduto in ginocchio sul pavimento. Il processo normalmente inizia in maniera controllata, per poi sfuggire di mano all’animatore a causa delle difficili condizioni di lavoro. Il risultato finale è quindi caratterizzato da movimenti irregolari, oggetti estranei nell’inquadratura – come ad esempio delle unghie- e un senso di stress che aumenta nel corso del film.
Hilde Skevik
Interrupted Migration è un video realizzato con materiali in parte creati appositamente dall’artista, in parte semplicemente ritrovati. Il video, girato, in bianco e nero mostra la vita all’interno di una foresta di conifere e gli incontri con gruppi di animali migranti verso, o da, destinazioni ignote.
Hilde Skevik è un’artista norvegese con base a Bergen. Ha conseguito il Biennio Specialistico presso l’Accademia di Belle Arti di Bergen. La sua pratica artistica si esprime prevalentemente in lavori video e performativi, spesso motivati da un interesse per movimenti fisici e atmosferici. Hilde Skevik parte del duo Suhrke/Skevik, che opera tra Bergen e Berlino e realizza fotografie, video e performance in cui l’interazione delle due artiste gioca un ruolo vitale.
Jonas Ib F. H. Jensen
Penso a questi lavori come a una rappresentazione scenica di natura scultorea, a una scultura che si espande oltre i propri limiti attraverso oggetti di scena e azioni.
In generale il mio lavoro tratta della relazione incerta, ambigua, disfunzionale e disarmonica tra noi e gli oggetti. Confusione e dubbio pervadono il mio lavoro, interrogandolo sui suoi stessi limiti, sul suo status, sulle strutture della realtà, sugli oggetti del quotidiano e sulle comodità artistiche. Spesso è il principio di casualità a innervare il mio lavoro, l’idea che dato un certo numero di circostanze si possono ottenere infinite possibilità di variazione, un principio che suggerisce l’impossibilità di controllare e sistematizzare ogni cosa, soprattutto noi stessi.
http://www.pissinginthewind.no/Sider/rammeside.html
http://www.talkapokalyps.com/index.php?/about/
Lewis & Taggart
A otto abitanti di Reggio Emilia è stato chiesto di scegliere una sedia di casa loro e di prestarla agli artisti per la durata della mostra. Posizionate in set di due, le sedie sono disposte all’interno delle quattro sedi espositive Spazio Gerra, Officina delle Arti, Chiesa di San Carlo e Mauriziano.
Lewis & Taggart sono un duo di artisti canadesi con base a Bergen, dove hanno conseguito il biennio specialistico presso l’Accademia Nazionale di Belle Arti nel 2010. Sono tipiche del loro lavoro le raccolte di oggetti scultorei, libri d’artista e interventi site-based. Loro opere sono state recentemente esposte al Kunstverein Leipzig (DE); Platform Stockholm (SE); Volt, Bergen (NO); NoPlace, Oslo (NO); ed al Centro per le Arti Contemporanee di Varsavia (PL).
Linda Soh Trengereid
Il progetto in mostra a Reggio Emilia ruota intorno agli esseri umani e al loro bisogno di mappare il mondo che li circonda. Dai mappamondi, con i loro confini sempre mutevoli, a Google Earth con la sua versione di una realtà fotografica, vista attraverso una schiera infinita di lenti di cine-fotocamere, di persone e immagini satellitari. Un mondo in cui sono ritratti il costante, il variabile, la natura controllata e tutto quanto è opera dell’uomo. Nello stesso modo in cui marinai, esploratori, curiosi e viaggiatori hanno nel tempo disseminato la loro immagine del mondo, così Google Earth ci offre la verità geografica e fotografica di ogni viaggiatore. Il mondo come lo vediamo diventa una realtà fittizia.
“Nella mia pratica artistica sono interessata a temi come la cultura, il senso di appartenenza a specifici luoghi, la migrazione, l’identità, l’adattamento umano o la sua alienazione in relazione all’ambiente, alla cultura o a se stessi. Sono interessata all’attaccamento emotivo che abbiamo verso luoghi che in un modo o nell’altro hanno avuto un impatto sulle nostre vite, storicamente e/o personalmente. La nostra esperienza, la percezione del mondo intorno a noi e il nostro posto in esso sono continuamente rappresentati attraverso diversi media a nostra disposizione nel nostro tempo. Io lavoro principalmente con la pittura, oltre al disegno, alle installazioni e al video.”
Vegard Vindenes
I soggetti della serie di dipinti Front intrattengono uno stretto rapporto con il genere della natura morta. Lo spazio pittorico si presenta come un allestimento di oggetti e contemporaneamente come un’arena per la composizione e l’astrazione. Da questa ricerca emerge come componente fondamentale la nozione di quadro come costruzione.
Sono interessato all’uso della pittura come modo per registrare e descrivere osservazioni, ma anche al quadro come oggetto e materiale a sé. I miei soggetti derivano da fotografie di palazzi, di sculture, di costruzioni o modelli in miniatura da me realizzati con materiali semplici. Il risultato dei miei progetti sono serie di lavori che giocano sulle differenze nel processo pittorico e il loro rapporto strategico.
ORARI DI APERTURA
da martedì a venerdì: 10.00 – 13.00
sabato e domenica: 10.00 -13.00 e 16.00 – 20.00
lunedì chiuso