Nel 2010 Il magazine Foreign Policy ha posto la deforestazione di Haiti tra i cinque peggiori disastri al mondo insieme agli incendi nelle miniere di carbone in Cina, il petrolio disperso nel Niger, il prosciugamento del lago d’Aral e l’isola di immondizia nel Pacifico. Ad oggi Il 98% degli alberi presenti sul suolo haitiano è stato tagliato. Le montagne spoglie continuano nel loro processo di erosione ad ogni pioggia. Ogni uragano o alta calamità che si abbatte su questa parte dell’isola Hispaniola (isola che comprende Haiti e la Repubblica Domenicana) a causa di questa tragedia ambientale vede moltiplicata la propria forza distruttiva devastando interi villaggi ed aumentando le già enormi difficoltà della popolazione Haitiana. In un paese in cui la povertà è così estremamente diffusa una delle poche entrate di gran parte della popolazione è data dalla vendita lungo le strade del carbone vegetale ottenuto dalla combustione del legno in presenza di poco ossigeno, e l’enorme uso di questo tipo di carbone, insieme alla ricerca di pascoli per l’allevamento, è il principale motivo di deforestazione proprio a causa del continuo approvvigionamento di legna senza alcuna regolamentazione per il suo reperimento. Recentemente molti organismi internazionali avevano definito il degrado ambientale di Haiti ad un punto di non ritorno. Ma qualcosa sta cambiando. Cominciano ad essere finalmente visibili i segni di una presa di coscienza del governo e di una parte della popolazione. Sia nel nord che nel sud del paese sono numerosi i piani di intervento contro l’erosione del suolo portati avanti dal ministero dell’agricoltura e dalla popolazione rurale con l’aiuto delle ONG internazionali. Osservando le montagne spoglie di Haiti è facile osservare le onde create dallo sfaldamento del suolo e dalla sua discesa a valle, ma ormai non è più raro poter osservare sulle stesse le file di muri di contenimento a contrasto del fenomeno. Questi muri di contenimento, inoltre, fermando l’erosione permettono anche al terreno circostante di sedimentarsi e tornare fertile, garantendo un ritorno alle colture su quelle stesse montagne dove fino a poco prima era impensabile piantare qualcosa senza che venisse trascinato via alla prima pioggia. E in un paese dove sono ancora enormi le cicatrici del terremoto del 2010, e che ha tra i suoi problemi maggiori quello della malnutrizione della sua popolazione, questa presa di coscienza ambientale si pone come una realistica speranza per un miglioramento della situazione alimentare oltre che ambientale.
Performance
Sabato 7 luglio, ore 23.00
Giardino esterno, Spazio Gerra
Proiezione slideshow Ripartendo dal suolo, fotografie da Haiti di Aldo Soligno
Musiche di Lo-Fi Baala con Marco Ariani al violoncello
Aldo Soligno
Nato nel 1983, Aldo Soligno è un talento emergente nella fotografia italiana di documentazione. Il suo occhio sofisticato per i paesaggi minimalisti ed il suo approccio al ritratto che richiama la pittura fiamminga diventano un inaspettato contrasto in relazione ai temi che sceglie di rappresentare. Dall’esplorazione del legame tra i media e la guerra nella Striscia di Gaza (Calati nel Piombo Fuso e A Scorching Summer) fino ai più recenti Ritratti dalla Rivoluzione in Tunisia, la sua abilità nel creare una profonda relazione con i suoi soggetti gli ha garantito numerosi premi. Le sue immagini sono state esposte in Italia ed all’estero, inclusa la recente XV Biennale de la Mediteranée, a Salonicco in Grecia. Nel settembre 2009 ha inoltre partecipato al Masterclass Trentino Fototrekking condotto da Stefano De Luigi dell’agenzia fotografica VII e nel gennaio del 2011 è entrato a fare parte dell’agenzia Emblema.
www.aldosoligno.com
www.emblema.net/aldo-soligno.html
Lo-Fi Baala con Marco Ariani
Con il termine Bassa Fedeltà o Lo-Fi si indica un tipo di registrazione audio (e talvolta un vero e proprio genere musicale) a bassa fedeltà (in inglese low fidelity, contrario di high fidelity) tipico di molti gruppi indie rock. Questa scelta è dovuta il più delle volte alla scarsa liquidità a disposizione di questi gruppi, costretti per questo ad utilizzare strumenti di registrazione dozzinali in sale di registrazioni improvvisate. Quando si parla di genere però, si riferisce di solito all’effetto ricercato dagli stessi musicisti.
La registrazione lo-fi dà alle canzoni una patina di rudezza tale che a volte è scelta deliberatemente da gruppi che vogliono per questo dare ai propri pezzi una determinata atmosfera.
Il progetto “LO-FI BAALA” che vede come fondatori Antonio Cavicchioni e Marco Ariani, è un cocktail di effettistica e ritmica che cerca di ricreare atmosfere e suggestioni di forte impatto emotivo.