di Luciano Tamagnini
Da Diario Gerra 2009, vol. 6, «Zavattini contro la Terra»
Fu negli anni Trenta del secolo scorso che il fumetto conobbe il grande successo di pubblico, ma fu anche in quel periodo che iniziò la campagna di stampa contraria alla letteratura con le nuvolette. Ne scaturì una prevenzione popolare, sostenuta dai media e dai personaggi della cultura, che spiega perché molti autori omettessero il nome, preferendo l’utilizzo di pseudonimi. Solo gli scrittori già “svenduti” alla letteratura avventurosa, da Salgari a Motta e a Fancelli, mettevano il loro nome sempre nero su bianco.
Federico Pedrocchi era l’uomo che stava cercando di creare una vera e propria scuola di fumetto italiano sulle pagine dei periodici Mondadori/API per ragazzi; bisognava rendere le testate lanciate sul mercato (“I Tre Porcellini”, “Paperino”, e “Topolino” acquistato nel 1935 dalla Nerbini) in grado di competere con le storie dei maestri provenienti dagli Stati Uniti che furoreggiavano sulle pagine di “L’Avventuroso” o di “L’Audace”. E per fare questo occorrevano ottimi soggetti e validi disegnatori in grado di lavorare rispettando la grammatica del fumetto. Lo stesso Pedrocchi si trasformò, oltre che in soggettista, in disegnatore per le prime storie del “Paperino” italiano.
Ma il lampo di genio fu quello di rivolgersi a Zavattini, da cui dipendevano tutte le riviste del gruppo, per chiedergli una serie di soggetti da tramutare in storie a fumetti.
All’inizio Zavattini fu titubante, ma poi ci prese gusto e cominciò a sfornare soggetti su soggetti che poi era lo stesso Pedrocchi a sceneggiare. Titoli rimasti come pietre miliari nella storia del fumetto italiano partendo da Saturno contro la Terra ai cui disegni fu chiamato Giovanni Scolari, un disegnatore talentuoso con uno stile personalissimo, retrò ed elegante, che sarà un po’ il marchio distintivo di diversi fumetti zavattiniani da qui in in avanti.