GIOVEDÌ 28 MARZO: ANTROPOLOGIA DELLO SGUARDO DEDICATO AGLI “OGGETTI” DEI MUSEI CIVICI DI REGGIO EMILIA

ORE 17 SPAZIO GERRA / ORE 17,30 PALAZZO SAN FRANCESCO

Per il ciclo Le Stanze del Tempo incontro con 

Franco La Cecla, l’antropologo italiano delle “cose”

Dopo i media come surrogato di presenza, la Cecla riflette sul rovesciamento del rapporto tra soggetto e oggetto tramite la ripetizione

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Prosegue giovedì 28 marzo alle ore 17.00 con il terzo appuntamento dedicato all’antropologia dello sguardo il ciclo Le Stanze del tempo, promosso dal Comune di Reggio Emilia a cura di Elio Grazioli e Riccardo Panattoni. Finalizzato a stimolare una riflessione sui temi che ruotano intorno all’idea di museo, il progetto prevede una serie di incontri, pensati come approfondimento sulle tematiche museali contemporanee, in occasione del progetto di ristrutturazione di Palazzo San Francesco elaborato da Italo Rota, e un innovativo format allestitivo che accompagna il percorso delle conferenze cercando di visualizzarne e rendere concreti i loro contenuti.

Protagonista del nuovo appuntamento, dopo il filosofo e critico d’arte Federico Ferrari, intervenuto sulle Costellazioni visive e il professore ordinario di Letterature comparate all’Università di Palermo, promotore dei visual studies Michele Cometa, sarà Franco La Cecla (Palermo 1950): docente di Sociologia delle relazioni interetniche all’università di Palermo e autore di numerose pubblicazioni.

Franco La Cecla è l’antropologo italiano della contemporaneità che più si è concentrato sulle “cose”, sull’ uso diverso degli oggetti, da quelli semplici ma caratteristici a quelli complessi e tecnologici. Ma soprattutto La Cecla ha studiato i media come “surrogati di presenza”, come titola un suo libro, cioè come dei dispositivi interattivi che riempiono l’assenza attraverso il contatto visivo. Questa attenzione gli ha permesso di introdurre delle distinzioni che sono centrali anche per la concezione della funzione pubblica del museo, quella per esempio tra identità e somiglianza, che, mentre ricorda il ruolo centrale dell’oggetto simbolico nella costruzione di un’identità (per esempio il cibo in quella italiana nel suo libro La pasta e la pizza), mette in guardia dall’imitazione mimetica che falsa l’identità.

Spiega La Cecla: “In Surrogati di presenza, avevo accostato la televisione alla recita dei mantra e del rosario e a quello stato di semicoscienza che consente al soggetto di passivizzarsi. Nella riflessione che sto continuando a fare sulla ripetizione e al suo emergere da una moltitudine di fenomeni antropologici, riti, preghiera, ritmi e musica, il rapporto tra soggetti e oggetti si rovescia. I soggetti hanno un bisogno di ripetizione che li trasforma in oggetti. La ripetizione è il modo con cui la vitalità si trasmette ai soggetti come flusso e il modo con cui il desiderio, nel suo ripetersi, diventa simulazione dell’efficacia o efficacia stessa attraverso un’ascesi del corpo e della mente. La ripetizione consente al desiderio e alla preghiera di diventare macchine per la trasformazione dell’umano e di trasformare l’umano in macchina per la trasformazione del sé”.
L’incontro ha inizio alle 17 presso Spazio Gerra (piazza XXV aprile) dove, nell’ambito della mostra Mind Games, tre oggetti delle collezioni dei Musei Civici sono diventati protagonisti di una interessante rielaborazione che, grazie a pratiche di collage e assemblaggio video e audio, tramite applicazioni mobili studiate ad hoc, attraverso le tecnologie in dotazione al FabLab, tra cui la scansione e stampa in 3D, li ha transitati nella nostra contemporaneità aprendoli a racconti inaspettati e rendendoli espressione di una conoscenza dinamica che si ristruttura e riorganizza continuamente.