Oscar del MashUp-CLIPPING5

 

mashUp02

 

Mash-up

Il mash-up è la più concreta testimonianza di come il digitale ha cambiato in modo irreversibile l’approccio creativo alla musica e al video.
Il mash-up è un’urtante ed al tempo stesso irresistibile tecnica di manipolazione del suono e dell’immagine, che destabilizza l’ascoltatore tradizionale attaccando frontalmente il tempio dello show businnes.
Nel mash-up non c’è religione, l’approccio preconcettuale sugli stili e i generi è completamente assente, manca il “rispetto” per l’opera.
Il mash-up é un gesto punk.

Quando si teorizzano i cambiamenti si immaginano spesso scenari fantascientifici e astratti, ma le cose ci precedono nel concreto. La musica e il video da quasi ormai un decennio (la musica a dire il vero da almeno vent’anni a questa parte) hanno già subito metamorfosi irreversibili e dalla rete, youtube, il download, QuickTime, VLC, Garage Band, Ableton… Non si torna più indietro.

Mentre nella “vita reale” gli uffici SIAE fanno circolare i loro agenti per controllare che nei locali ci siano le autorizzazioni per far ascoltare le canzoni ai clienti, mentre i tribunali applicano misure rigidissime sul numero di battute campionabili consentite ad un giovane rapper, il mondo virtuale della rete ha preso un’altra strada, in barba a leggi e regolamenti. Il mash-up è la succosa spremuta di questa indipendenza: anarchico, autodidatta, irriverente, spiazzante.

Eppure, pur configurandosi come elemento profanatorio, libero e privo di qualsiasi convenzionale codice di appartenenza, si consigliano agli utenti che intendessero avvicinarlo per esplorarne i significati  alcune regole di approccio che possono aiutare a scrollarsi definitivamente di dosso i dogmi dettati da un cinquantennio di interessi economici e mediatici.
Il primo consiglio è quello di spogliarsi del proprio passato di ascoltatore, della memoria nostalgica, degli eventi della nostra vita legati a questa o a quella canzone/immagine.
Il secondo: di prendere tempo di fronte a un mash-up, non cedere alla possibile iniziale nausea che lo pseudo-purismo del quale crediamo di essere depositari potrebbe indurci.
Ultimo: non giudicare prima della fine. Il mash-up ha bisogno di respirare, deve avere modo di far dimenticare le fonti originali, fino alla creazione di una song nuova. Il migliore mash-up affiora non prima dei tre quarti del montaggio.

Se riusciamo a porci liberamente di fronte a questo linguaggio è possibile iniziare un percorso di arricchimento e approfondimento legato alla musica e al montaggio video.
Un mash-up ben fatto può aprirci ai misteri del suono abbattendo i confini della canzone, stimolandoci a comprendere gli apparenti segreti della melodia e del ritmo.
Ma il mash-up rappresenta soprattutto il libero arbitrio nell’utilizzo di qualsiasi fonte di ispirazione e di riproduzione, dando così un senso nuovo all’infinito archivio di tracce audio e video prodotte in cent’anni di tecnologia analogica e destinati diversamente a rimanere negli archivi della storia.